Sant’Aldo Eremita - Il Santo locale

Patrono del Paese è San Giovanni Evangelista e compatrono è Sant’Aldo Eremita, monaco vissuto nel secolo VIII nell’austerità e nella preghiera, nel lavoro e nella penitenza. Poche sono le notizie sulle sue origini e sulla sua vita. Quasi certamente si tratta di un longobardo convertito alla fede cattolica. Fu monaco nel monastero fondato dall’irlandese S.Colombano a Bobbio ed in seguito “visse in luogo solitario presso Pavia, detto Carbonaria, dove per la grande vastità dei boschi si esercitava l’arte carbonaria” (trad. Bollandisti vol.1° 10.1) e fondò un eremitaggio ove ora sorge il paese di Carbonara al Ticino, monastero passato successivamente ai canonici regolari di S.ta Croce in Mortara.  Fu il primo, insieme ai suoi confratelli, a dissodare le nostre terre e a favorire le coltivazioni. Sin dal secolo VIII la popolazione gli dedicò una cappella nella quale si conservavano le sue reliquie. Andata distrutta la cappella, le reliquie furono successivamente trasferite a Pavia dove rimasero per 853 anni dapprima nella chiesa di S.Colombano Maggiore sino al 1565 e poi in Cattedrale e, da ultimo, in S.Michele (1592).
Nel 1936 l’allora Parroco di Carbonara, don Matteo Autassi, espresse il desiderio, successivamente realizzato, di riportare a casa le reliquie del Santo. Fatta scolpire una statua lignea dallo scultore Obbletter della Val Gardena, fu inserito nel petto della stessa il femore del Santo ed altre piccole reliquie furono poste nelle mani e nei piedi. 4rIl 31 gennaio 1937 l’urna trovò degna sistemazione dapprima nella cappella appositamente costruita e poi sotto l’altare di S.Giuseppe e S.Carlo Borromeo ove si trova tuttora, restaurata dalla scuola del Beato Angelico di Milano. La festa di S.Aldo si celebra il 10 gennaio.

 

CENNI STORICI

Il nome di Carbonara deriva etimologicamente dal latino “Carbonaria”, che significa fornace per il carbone, il mezzo più semplice per la trasformazione della legna in carbon fossile, che era costituito da un mucchio conico di rami disposti in uno spiazzo e ricoperto di terra battuta. Praticate apposite aperture per il tiraggio si appiccava il fuoco e si attendeva che terminasse la lenta combustione a cui seguiva l’estrazione del carbone. Questa antica attività ha fornito lo spunto per l’origine della prima parte del nome.
L’attuale ridente paese, edificato sulla balconata naturale formata dall’antica sponda destra del fiume Ticino, da cui è stato preso lo spunto per la seconda parte, non può oggi certamente ricordare nel suo aspetto le antiche immense foreste infestate dai lupi, che furono il polo di attrazione per i primi nuclei abitativi.
Dell’esistenza della “Silva carbonaria” è fatto cenno nei documenti storici già dall’anno 747, sotto il dominio dei re Longobardi, che crearono il loro regno con capitale in Pavia.
Successivamente il dominio di queste terre fu detenuto dagli Imperatori Guido II e Berengario II che, nell’891 fece erigere il monastero Santa Maria con annesso ospedale, vicino al quale iniziò a sorgere il vero e proprio paese. Il territorio della “Silva” ed il nucleo abitativo primordiale divennero poi servitù e possedimento di priorati come quello dei Canonici regolari di S.Agostino di Mortara ed in seguito feudo della famiglia Beccaria di Gropello e dei Visconti, loro alleati contro i Langosco di Pavia.
Poi fu feudo della famiglia Carbonara di Pavia che assunse dal luogo il nome dinastico ed in seguito dei Lonati-Visconti di Milano fino alla fine del 600, quando divenne marchesato sotto i Della Chiesa-Malaspina di Bobbio. Nel 1524 Carbonara fu coinvolta nell’assedio di Garlasco che vide la vittoria del Duca D’Urbino e di Giovanni dalle Bande Nere sui francesi che la difendevano, con conseguenze di ruberie ed umiliazioni anche per le persone residenti nei centri limitrofi.
Nel 1655, durante l’assedio di Pavia ad opera del Principe Tommaso di Savoia e del Generale Villa, le truppe composte da ventimila uomini furono di stanza nei paesi circostanti, fra cui Carbonara, che dovettero attraversare allora un periodo di povertà, febbri malariche e pestilenza, che fiaccarono in modo significativo le già misere economie agricole locali ed il tenore di vita delle popolazioni appena al limite di sussistenza. Nel 1849 durante la prima guerra d’indipendenza, Carbonara è stata teatro dell’avanzata degli Austriaci, penetrati in Lomellina per il mancato intervento del generale Ramorino.
Il 10 gennaio 1811 Carbonara al Ticino diede i natali ad Angelo Valvassori, che laureatosi ingegnere a Torino, si prodigò durante le epidemie del 1837 e del 1854 e prese parte alla campagna del 1848, organizzando a Pavia una compagnia di volontari che combattè a Pastrengo. Fu combattente a Peschiera ed encomiato per il valore da Carlo Alberto.
Per sette legislature fu deputato al Parlamento Subalpino e nel 1859, per incarico di Cavour, organizzò la rottura degli argini dei canali per inondare la Lomellina per ostacolare l’avanzata degli Austriaci. Favorì la costruzione della ferrovia Alessandria-Novara nel 1854. Carbonara al Ticino fu inoltre paese d’origine del pittore Attilio De Paoli, che in età giovanile curò la decorazione e numerosi dipinti di ottima fattura, che ancora oggi si possono ammirare nella Chiesa Parrocchiale.

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